Archivio della categoria: Articoli

25 aprile 1945

Le donne nella guerra di Liberazione, nella testimonianza di Sandro Pertini

[…] Mi rivedo qui in Roma, libero finalmente dopo alcuni anni di soggiorno nelle galere fasciste. Ebbene, la mia più gradita sorpresa fu quella di trovare fra i nostri giovani, ansiosi di lotta, numerose donne. Non ne nomino alcuna, perché inevitabili dimenticanze potrebbero assumere l’apparenza di antipatiche discriminazioni. Foste allora, giovani compagne di Roma, al mio fianco in quella lotta che fu dura e difficile. […] (Clicca qui per leggere il paragrafo).

Da Sandro Pertini combattente per la libertà, a cura di Stefano Caretti e Maurizio Degl’Innocenti, pp 147-151.

 

 

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La Comune di Parigi (1871). Dall’archivio del movimento socialista

Da Paris incendié. Histoire de la Commune de 1871 (Paris Imprimerie de Martinet).

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Il Giorno della Memoria – L’Armadio della vergogna

Eccidio di Sant’Anna di Stazzema.

Copia dei fascicoli del cosiddetto “Armadio della vergogna” – Procedimento penale contro ignoti a Bardine di San Terenzo.

Commissione Parlamentare di inchiesta sulle cause dell’occultamento di fascicoli relativi a crimini nazifascisti.

 

Fondazione di studi storici “Filippo Turati” – Fondo Carlo Carli.

Per ulteriori informazioni

 

 

 

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Il Giorno della Memoria – BONAVENTURA FERRAZZUTTO (1887-1944)

Bonaventura Ferrazzutto, detto Ventura, nacque il 5 marzo del 1887 a Venezia. Quinto di sette fratelli, dopo le scuole elementari, frequentò le secondarie tecniche. Nel 1904 cominciò a lavorare come contabile per il Pastificio Achille Antonelli di Venezia. Da giovanissimo entrò a far parte del movimento socialista. Nel 1925 conobbe Giacinto Menotti Serrati, esponente dell’ala massimalista del PSI e direttore del settimanale veneziano “Il secolo Nuovo” con il quale instaurò una profonda amicizia, che lo portò a divenire il suo più stretto collaboratore e segretario. Nel 1914, Serrati fu nominato direttore de l”Avanti!” , il quotidiano del PSI e, poco dopo, Bonaventura Ferrazzutto lo seguì a Milano. Nel 1917, sotto la direzione di Pietro Nenni, divenne amministratore del quotidiano l”Avanti!”. Rimase al giornale fino al 1926, anno in cui il giornale cessò le pubblicazione a causa di un decreto del Governo Fascista. Nel 1928, accettò di lavorare per Angelo Rizzoli, che lo nominò direttore amministrativo della Angelo Rizzoli Editore.
Dopo essere stato oggetto di particolare sorveglianza durante il ventennio, Bonaventura Ferrazzutto, con il crollo del fascismo, entrò a far parte della lotta partigiana milanese. Approfittando del suo ruolo nella Rizzoli, avviò con il CLNAI un’attività editoriale clandestina per la stampa di documenti falsi per l’espatrio di perseguitati, ebrei ed esponenti della Resistenza, mentre la sua casa di Cannero sul lago Maggiore, divenne rifugio di molti perseguitati (tra gli altri: i dirigenti del MUP (Movimento di Unità Proletaria) Lelio Basso, Cesare Musatti e Antonio Greppi).
Bonaventura Ferrazzutto venne arrestato dalla Gestapo a Milano nel 1943. Venne deportato nel lager del Castello di Hartheim, dove fu ucciso in camera a gas il 4 ottobre 1944.

Per ulteriori informazioni 

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Sorget (Fondazione di Studi Storici “Filippo Turati”) – I media e la pandemia: uno sguardo comparato: (1) Il caso della Turchia

Nell’Anno Accademico 2019-2020, nell’ambito delle attività seminariali del corso di Contemporary European History, alcuni studenti del Corso di Laurea Magistrale in Scienze Internazionali, curriculum European Studies dell’Università di Siena, hanno lavorato a dei paper nei quali hanno analizzato, da prospettive diverse, il linguaggio e le modalità attraverso le quali alcuni media europei e non solo hanno seguito l’emergere e l’evolversi dell’emergenza Covid-19. Alcuni di questi contributi, opportunamente rivisti, vengono adesso pubblicati sul sito web della Red Geride (Red de Políticas Públicas y Gestión del Riesgo de Desastres en Latinoamérica), network di ricercatori internazionali con il quale Sorget ha da tempo avviato una collaborazione.

Il primo articolo è dedicato al caso della Turchia.

Utku Cenan Yıldırım
Los medios de comunicación masiva de Turquía y el Covid-19
The Mass Media of Turkey and the Covid-19

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Le olimpiadi della bellezza. Storia del concorso di Miss Italia 1946-1964

Questo libro reimposta la storia sociale di Miss Italia tenendo ferma l’attenzione sulla bellezza. Iniziato con un concorso fotografico nel 1939, diventato Miss Italia nel 1946, grazie al grafico e pittore Dino Villani, il concorso ha proposto all’attenzione degli italiani due tipi di bellezza e due tipi di donne, la “bella italiana”, prossima fidanzata, poi moglie e madre, e la “maggiorata”, diva dalla vita sopra le righe.
Il libro ricostruisce, grazie alle carte private del fondatore, i primi vent’anni di Miss Italia, i più ricchi di novità, che hanno fatto da specchio alla ricostruzione economica e alla ridefinizione dei rapporti fra uomini e donne sconvolti dalla guerra. Gli uni svirilizzati dalla sconfitta militare, le altre rese intraprendenti dal mercato nero e dalle occupazioni straniere. Corrado Alvaro parlò di “vendetta delle madri” a favore delle figlie.
Spesso oggetto di ironie dei giornali, indicato come luogo di immoralità, su Miss Italia si accese l’opposizione della sinistra e della destra conservatrice, che tentò di sopprimerlo nel 1954. Lo salvava Oscar Luigi Scalfaro, su un’ipotesi neutra e alcune restrizioni sull’esposizione dei corpi.
Caduto in crisi, Miss Italia si risollevava negli anni ’60, quando un tipo di bellezza democratizzata, di cui ogni donna poteva essere artefice su di sé, spezzava la dualità tra la “fidanzata” e la “pin up”, in una nuova bellezza versatile, per la pubblicità, la moda, la televisione e il cinema.

Milano, 1940. Gianna Maranesi vincitrice della seconda edizione di Miss Sorriso (Archivio Villani)

Stresa, 1946. Lucia Bosè vincitrice di Miss Italia (Archivio Villani)

Pescara, 1957. Sfilata delle concorrenti a Miss Italia sulle Fiat 500 (Archivio Villani)

Salsomaggiore, 1963. Delia Scala Miss cinema, Walter Chiari e Franca Dall’Olio Miss Italia (Archivio Villani)

 

Immagini tratte dal volume
Le olimpiadi della bellezza. Storia del concorso di Miss Italia 1946-1964,
a cura di Marzia Leprini, Pacini, Pisa, 2020.

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Il disastro del Vajont – 9 ottobre 1963

La valle del Piave dopo il disastro del 9 ottobre 1963. In alto sulla sinistra del Piave,
il paese di Castellavazzo quasi illeso; sotto i gradoni dei murazzi, l’unica traccia di Longarone
rimasta; sulla destra il bacino d’acqua formatosi nel cratere dopo la caduta della massa di terra
e pietre (Iuav – Archivio Progetti, Fondo Costantino Dardi, Dardi 3.fot/010, progr. 005678-007).

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Veduta di Venzone negli anni Sessanta, sulla sinistra svetta il Duomo, Collezione privata.

 

 

 

 

 

 

 

Romeo Ballardini, tav. 2.5 bis Piano particolareggiato per la ricostruzione del centro
storico di Venzone. Piano operativo della ricostruzione, 19 luglio 1980, Archivio comune di Venzone
(d’ora in avanti ACV), Ufficio tecnico, Piano per la ricostruzione.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Costantino Dardi presenta il piano di Longarone alla presenza delle autorità di Longarone
e del Ministro LLPP Pieraccini, (Iuav – Archivio Progetti, Fondo Costantino Dardi, Dardi
3.fot/010, progr. 008459-002).

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Dal volume Società del rischio e gestione del territorio, a cura di Gianni Silei, pubblicato per i tipi Pacini nella collana Contemporary della Fondazione.

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2 giugno 2020 – Festa della Repubblica

Nella ricorrenza del 2 giugno, Festa della Repubblica, la Fondazione ricorda la figura di Pietro Nenni, segretario del PSIUP (poi PSI), protagonista dell’Italia dei CLN, della Costituente e della Repubblica.

Pietro Nenni

 

Con Achille Corona e Giovanni Pieraccini (1965)

 

Con Sandro Pertini (1976)

 

Anima socialista. Nenni e Pertini in un carteggio inedito (1927-1979), a cura di Antonio Tedesco e Alessandro Giacone, per i tipi Arcadia, 2020.

“Innanzitutto, nel privilegiare l’analisi del rapporto tra due dei maggiori protagonisti della storia dell’Italia repubblicana sceglie un tipo di documentazione –il carteggio personale- che nell’immediatezza restituisce alla percezione personale degli eventi un’autenticità che sarebbe difficile acquisire da altre fonti”. […] (Clicca qui per la recensione completa del prof. Maurizio Degl’Innocenti).

 

Sandro Pertini combattente per la libertà a cura di S. Caretti e M. Degl’Innocenti, Ristampa Edizioni RCS, 2020.

Store RCSD

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Sorget (Fondazione di Studi Storici “Filippo Turati”) – La gestione del rischio di catastrofi: alcune riflessioni a cinque anni da Sendai

La rivista International Journal of Disaster Risk Science ha pubblicato un numero speciale dedicato al quinto anniversario della Terza Conferenza Mondiale delle Nazioni Unite che, su richiesta dell’Assemblea generale ONU e con il sostegno dell’Ufficio delle Nazioni Unite per la Riduzione del Rischio di Disastri (UNISDR), si svolse a Sendai nel 2015 e che sancì il passaggio da un approccio basato sulla “gestione delle catastrofi” ad uno imperniato sulla “gestione del rischio di catastrofi”, attraverso il ruolo di primo piano riconosciuto alle attività di prevenzione.
Introdotto da un contributo di Ilan Kelman, il numero presenta una serie di riflessioni, da prospettive diverse ed autorevoli, sul Sendai Framework for Disaster Risk Reduction 2015-2030 e sui suoi sviluppi. Particolarmente interessante, in quanto incentrato sulle emergenze sanitarie, pandemie comprese, il contributo a più voci di Natalie Wright, Lucy Fagan, Jostacio M. Lapitan, Ryoma Kayano, Jonathan Abrahams, Qudsia Huda e Virginia Murray.

Tutti gli articoli possono essere scaricati gratuitamente dal link: https://link.springer.com/journal/13753/11/2

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Per il I maggio

Il carro del Trionfo del lavoro di Walter Crane.

Per le tre otto: otto ore di lavoro, otto ore di riposo, otto ore di tempo libero (Danimarca).

Aroldo Bonzagni per l'”Avanti! della domenica” (1912).

Per la solidarietà operaia internazionale.

Manifestazione per il 1 maggio agli inizi del ‘900 (Norvegia).

 

La Fondazione assume l’analisi storica e la riflessione sul lavoro come mission.

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