La denuncia del fascismo

 

A FILIPPO TURATI – Milano

 Roma, 17/18 dicembre 1922

 Caro Turati. Scusa il mio ritardo per l’opuscolo. Ma ho finito appena ora di cercare la casa e ora dovrò impiantarla!
Frattanto così potrei utilizzare i Bilanci 1923-24 che il Rag. generale mi dice non saranno pronti prima del 29-30 dicembre.
Tutta la materia potrà occupare certamente un doppio opuscolo, che vi sarà un po’ più costoso per gli specchi di cifre. Non so se converrebbe utilizzare quelle della mia Relaz[ione] presso questa tipografia della Camera; ma forse non sarà troppo facile né opportuno. Tu vedrai poi se convenga la pubblicazione per puntate della Critica.
A proposito della Critica, Treves ti comunicherà qualcosa, che non so se vi sembrerà fattibile e gradito. Ovvierebbe però a un poco gradito pericolo di altro genere.
Sulla terra i diversi Einaudi e compagni non fanno che copiare (senza citare) le mie cifre di pag. 38-42 delle Bozze e allegato L. Non avrei che da ripetere quanto ivi è detto. Potrò tutt’al più fare qualche articoletto di volgarizzazione per la Giustizia.
Le cose interne sembrano accomodate; e le corporazioni che divengono “fasciste”, le milizie che divengono “del Presidente del Consiglio” avrebbero dovuto ormai aprire gli occhi a tutti.
Auguri natalizi

 tuo MATTEOTTI

 

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